19 Apr Fabio Cannavaro, calcio e coriandoli. «A Viareggio un’emozione unica»
Fabio Cannavaro che alza la Coppa del Mondo: Berlino 2006. Indimenticabile. «Ma anche se non giocai la finale – ricorda il campione azzurro, uno dei fedelissimi del commissario tecnico Marcello Lippi – il primo titolo della mia carriera l’avrei potuto vincere a Viareggio nella finale della Coppa Carnevale del 1991: arrivammo secondi alle spalle della Roma».
Ma nella storia del torneo, ci sono altre due partecipazioni di Fabio Cannavaro.
«Si, ricordo bene: nel 1992 e nel 1993. Però non arrivammo in finale. Vinsero la Fiorentina e l’Atalanta. Noi non andammo male ma nelle partite decisive ci mancò un po’ di fortuna. In panchina al “Viareggio” ho avuto come allenatori sia Morrone che Sormani».
Un ricordo particolare del torneo.
«Al di là delle partite, era l’atmosfera che si respirava in città che ti coinvolgeva. Se era inebriante per noi giovani calciatori, mi immagino come poteva essere per i ragazzi viareggini. Davvero un periodo bello e indimenticabile».
Tuo nipote (il figlio del fratello Paolo n.d.c.) ha vinto l’edizione 2022 con il Sassuolo
«Gli faccio i complimenti e gli dico: continua così, determinato e deciso. Guai a pensare che la vittoria in un torneo possa essere subito il lasciapassare per la notorietà. Siccome è un ragazzo con la testa sulle spalle, sono convinto che farà bene anche in futuro».
Così parlò il Pallone d’Oro Fabio Cannavaro, un altro dei figli della Coppa Carnevale ora Viareggio Cup.