Ingegno e passione, la ricetta vincente del comitato organizzatore
Sono arrivato alla redazione di Viareggio un anno fa proprio nei giorni precedenti l’inizio del torneo giovanile e da appassionato tiepido di sport ma sempre attento alla realtà dove lavoro, non ho potuto fare a meno di cogliere la passione e l’entusiasmo sprigionato ogni giorno dai giovani colleghi chiamati a seguire l’evento. Certo, da spettatore, conoscevo la Coppa Carnevale-Viareggio Cup, conoscevo a sommi capi la sua storia, i suoi personaggi-simbolo, le vicissitudini legati allo stadio dei Pini-Bresciani. Ma un conto è seguire il Torneo da lontano, un altro è viverlo a due passi dallo stadio, dalla sede sociale del Cgc Viareggio, arrivando a contatto anche con quei dirigenti che da una vita, raccogliendo il testimone generazionale, organizzano
la manifestazione. Ogni anno, uno dietro l’altro, dal 1949 fino ad oggi.
Ho così avuto modo di mettere a fuoco con più attenzione l’impegno, la dedizione, l’orgoglio di chi dedica ore e ‘spende’ giorni di ferie, a far sì che la Viareggio Cup riesca a decollare portando il nome della città in tutto il mondo, creando anche un ritorno economico per tutte le categorie impegnate nel comparto turistico. Non mi voglio addentrare in discorsi tecnici o di formula della manifestazione, non sono di mia competenza: ribadisco in queste poche righe l’ammirazione (e idealmente un grande applauso) per tutti coloro che con un genuino slancio riescono a confezionare un prodotto importante in un mondo iper-professionistico. L’autenticità ‘artigianale’, fatta di ingegno e di felice intuizioni, che continua a manifestare il Cgc Viareggio è lo zoccolo duro del Torneo, che riesce ogni anno a ritagliarsi il suo spazio nel grande spettacolo del calcio.
Remo Santini, Capo servizio La Nazione Viareggio-Versilia