28 Mar Il presidente del Mavlon: “Al Torneo di Viareggio nessun segnale di razzismo. Noi accolti benissimo”
“Abbiamo partecipato a diversi tornei in Europa, ma nessuno ha l’organizzazione e il livello della Viareggio Cup: è una Coppa del Mondo”. Ijachi Matthew è il presidente del Mavlon, formazione nigeriana giunta agli ottavi: un’esperienza da ricordare a prescindere dal risultato, comunque lusinghiero.
“Non abbiamo riscontrato alcun segnale di razzismo nei nostri confronti – mette in chiaro -: anzi, siamo stati accolti benissimo fin dal nostro arrivo in Italia. In ogni momento ci siamo sentiti i benvenuti. Molte persone, incuriosite, ci hanno fermato mentre ci trovavamo in spiaggia o in Passeggiata, ci chiedevano da dove venissimo, quale fosse la nostra storia. Ci hanno incoraggiato. Di sicuro, abbiamo guadagnato molti tifosi. Siamo davvero felici dell’atmosfera che si è creata attorno alla nostra realtà”.
Giocatori e dirigenti del Mavlon hanno inoltre avuto l’opportunità di conoscere Marcello Lippi a margine dell’allenamento svolto al Marco Polo Sports Center. “I ragazzi erano entusiasti, non sembrava loro vero di poter incontrare un ct campione del mondo, che oltretutto ha speso belle parole per la nostra squadra”.
Matthew lancia un messaggio chiaro contro il razzismo. “Nel mondo si parlano tante lingue, ma l’unica universalmente conosciuta e capita è il calcio. Bisogna essere uniti e crescere globalmente per combattere questo fenomeno. Gli arbitri sono umani, i loro errori sono da mettere in conto ma non hanno niente a che vedere con le discriminazioni”.
È dello stesso avviso il dirigente Gino D’Agnelli che accompagna il Malvon durante la Viareggio Cup. Per lui è la terza avventura al Torneo, sempre a fianco di club che provengono dall’Africa. “Sono sempre state – racconta – esperienze formative per i ragazzi: prima del Mavlon sono venuto con l’Ujana e il Garden City Panthers e non ci sono stati problemi ambientali. Ovunque abbiamo giocato, i ragazzi hanno trovato una simpatica accoglienza. E anche se non abbiamo raggiunto la fase finale, per loro è stata comunque un’esperienza molto formativa e di crescita in proiezione futura. Il Torneo di Viareggio è un banco di prova importante, un test significativo per chi vuole provare a fare qualcosa di significativo nel calcio”.
Anche in questa edizione, il direttore D’Agnelli rileva che “c’è stata fino a oggi una grande simpatia nei confronti del calcio africano. Forse le polemiche dei giorni scorsi di un’altra società nigeriana – ha concluso – sono esclusivamente figlie della delusione per la mancata qualificazione al turno successivo”.